L’Autodromo Nazionale di Monza, sede del Gran Premio d’Italia, è più di un circuito: è una leggenda che pulsa sotto gli alberi del Parco Reale della Brianza. Con i suoi lunghi rettilinei, le staccate violente e l’eco della storia che rimbomba sulle tribune della Parabolica, Monza è uno dei tracciati più iconici e amati del campionato del mondo di Formula 1 dove si correrà quest’anno la prossima gara di F1 nel wk del 6/7 settembre.
Il layout di Monza: pura velocità, tecnica brutale e culto della leggenda
Con i suoi 5,793 km di lunghezza, Monza è il tracciato più veloce dell’intero calendario di F1. Non a caso è soprannominato “Il tempio della velocità”: oltre l’80% del giro si percorre a pieno gas, con punte di velocità che superano i 350 km/h. Il tracciato, inaugurato nel 1922, è tra i più antichi al mondo e ha ospitato tutte le edizioni del GP d’Italia ad eccezione di una (Imola, 1980).
Monza è soprattutto una prova di coraggio per i piloti che devono affrontare frenate al limite e mantenere la freddezza in sorpassi che si giocano spesso su pochi centimetri. Curva Grande, Variante della Roggia, Lesmo 1 e 2, Ascari e Parabolica (oggi dedicata a Michele Alboreto): ogni curva è un’icona, ogni errore si paga a caro prezzo.

La configurazione di Monza richiede assetti a basso carico aerodinamico, estremizzando il compromesso tra velocità di punta e stabilità in frenata. I team portano ali posteriori sottili come rasoi, sacrificando la deportanza in nome della scorrevolezza. Le sospensioni vengono irrigidite per affrontare con precisione i violenti cambi di direzione delle varianti, mentre i freni sono messi a durissima prova: la staccata alla Prima Variante, da oltre 350 km/h a circa 80 km/h, è la più brutale del campionato.
Anche il motore gioca un ruolo centrale: a Monza serve tantissima potenza, e i propulsori vengono spremuti fino all’ultima risorsa. Il carburante deve essere ottimizzato per ridurre il peso, mentre il raffreddamento è cruciale per evitare il surriscaldamento nei lunghi tratti a pieno gas.
Gomme e strategia: un equilibrio delicato tra aggressività e controllo
Sebbene il tracciato sia relativamente poco esigente in termini di usura, la gestione termica delle gomme è fondamentale: con così pochi tratti guidati, è facile non riuscire a portare in temperatura i pneumatici anteriori. Gli undercut sono molto efficaci grazie alla brevità dei pit stop – inferiori a 20 secondi – ma le strategie restano spesso flessibili in base all’andamento della corsa e all’ingresso (frequente) della safety car.
Un altro fattore determinante è la scia: a Monza il DRS è potente ma non onnipotente. Il gioco delle posizioni, specie in qualifica, è delicato: negli ultimi anni abbiamo visto più volte scene grottesche con piloti che rallentano per cercare la scia perfetta, rischiando di non concludere il giro veloce.
Dati tecnici Circuito di Monza – Gran Premio d’Italia F1
| Caratteristica | Descrizione |
|---|---|
| Lunghezza del tracciato | 5,793 km |
| Giri di gara | 53 |
| Distanza di gara | 306,720 km |
| Numero di curve | 11 (7 a destra, 4 a sinistra) |
| Zone DRS | 2 (tra le curve 7-8 e sul rettilineo principale) |
| Curva iconica | Parabolica (Curva Alboreto) |
| Tempo medio pit stop | Circa 18-20 secondi |
| Prima edizione | 1921 (a Montichiari) – a Monza dal 1922 |
| Ultimo vincitore (2024) | Charles Leclerc (Ferrari) |
| Pole position 2024 | Lando Norris – 1:20.221 |
| Record sul giro | 1:21.046 – Rubens Barrichello (2004, Ferrari) |
| Condizioni meteo tipiche | Caldo e soleggiato, ma rischio pioggia basso |
Ecco una descrizione delle curve del circuito di Monza, uno dei tracciati più iconici e veloci del mondo:
Circuito di Monza: le curve leggendarie
Il Circuito Nazionale di Monza è famoso per le sue lunghe rette e le curve veloci, che mettono a dura prova i piloti e le monoposto. Ogni curva ha una sua storia e una sua specificità che la rende unica.
- Variante del Rettifilo (Prima Variante): è la prima curva dopo il lunghissimo rettilineo di partenza. È una chicane destra-sinistra molto stretta e lenta, progettata per rallentare le vetture che arrivano a velocità elevatissime. È un punto cruciale per i sorpassi e richiede una frenata potentissima e molta precisione per evitare i cordoli esterni o tagliare la chicane. Spesso teatro di contatti e uscite di pista.
- Curva Grande (Curva di Biassono): dopo la Variante del Rettifilo, si affronta la Curva Grande. È una velocissima curva a destra da percorrere in pieno o quasi, che immette sul lungo Rettilineo di Lesmo. È una curva che richiede coraggio e un’ottima aerodinamica, dove la velocità di percorrenza è fondamentale per mantenere il vantaggio sul rettilineo successivo.
- Variante della Roggia (Seconda Variante): un’altra chicane sinistra-destra, più veloce della prima variante ma comunque impegnativa. Si trova alla fine del Rettilineo di Lesmo e precede le due curve di Lesmo. Anche qui, la frenata è intensa e la precisione nell’ingresso e nell’uscita è cruciale per impostare al meglio le curve successive.
- Curva di Lesmo 1 (Curva di Lesmo): la prima delle due Lesmo è una curva a destra di media velocità, con un ingresso piuttosto cieco. Richiede una traiettoria pulita e una buona gestione dell’acceleratore in uscita per preparare la successiva Curva di Lesmo 2. È un punto dove si può perdere o guadagnare molto tempo se non impostata correttamente.
- Curva di Lesmo 2 (Curvetta): immediatamente dopo la prima Lesmo, è un’altra curva a destra, leggermente più aperta e veloce della prima. Anche qui, la velocità in uscita è fondamentale poiché immette sul lungo Rettilineo delle Serraglio. Spesso i piloti cercano di usare il cordolo esterno in uscita per massimizzare la velocità.
- Variante Ascari: una delle chicane più spettacolari e veloci del circuito, intitolata al leggendario pilota Alberto Ascari. È una sequenza sinistra-destra-sinistra che richiede un’ottima fluidità e un cambio di direzione rapido. I piloti devono essere precisi con il volante e l’acceleratore per mantenere un’alta velocità di percorrenza e impostare al meglio il successivo lunghissimo rettilineo. È un punto dove si possono fare differenze importanti se affrontato alla perfezione.
- Curva Parabolica (Curva Alboreto): la curva più iconica e celebre di Monza, ora dedicata al compianto Michele Alboreto. È un lunghissimo curvone a destra con un raggio molto ampio che si stringe progressivamente verso l’uscita, immettendo sul rettilineo principale. La chiave è mantenere la velocità più alta possibile all’ingresso e avere un’ottima trazione in uscita per non perdere tempo prezioso sul rettilineo di partenza. Richiede nervi saldi e un equilibrio perfetto della vettura. È spesso decisiva per i tempi sul giro e per la preparazione dei sorpassi alla Variante del Rettifilo.
Monza è un circuito dove la potenza del motore e l’efficienza aerodinamica sono fondamentali, ma anche la bravura dei piloti nel gestire le frenate e le uscite dalle chicane e dalle curve veloci fa la differenza.
Monza: i cinque GP d’Italia che hanno scritto la storia del nuovo millennio
2008: Vettel, la prima inaspettata
A soli 21 anni, Sebastian Vettel conquista la sua prima vittoria in F1, regalando alla Toro Rosso un trionfo storico sotto la pioggia battente. Il tedesco domò le condizioni estreme e dominò dall’inizio alla fine, annunciandosi come futuro campione del mondo.
2019: Leclerc conquista il cuore dei tifosi
Charles Leclerc, al secondo anno in F1, resiste agli assalti di Hamilton e Bottas e riporta la Ferrari alla vittoria a Monza dopo 9 anni. Leclerc fu perfetto nella gestione della pressione, diventando l’idolo assoluto del popolo rosso.
2020: Gasly, il miracolo di Monza
Una gara pazza, con safety car, penalità e colpi di scena, regala a Pierre Gasly una vittoria insperata con l’AlphaTauri. È il primo francese a vincere dopo 24 anni e il primo successo per il team di Faenza in F1 con il nuovo nome.
2021: McLaren torna a ruggire
La squadra di Woking interrompe un digiuno di vittorie che durava dal 2012 con una doppietta clamorosa: Daniel Ricciardo davanti a Lando Norris. Un GP segnato anche dall’incidente tra Verstappen e Hamilton alla prima variante.
2024: Leclerc, il ritorno del re
Dopo cinque anni, Charles Leclerc trionfa di nuovo davanti al pubblico di casa, con una prestazione da manuale: strategia a una sosta, gestione impeccabile delle gomme e un duello epico con le due McLaren. Il boato di Monza ha ricordato al mondo cosa significhi vincere con la Ferrari in Italia.
Ordine d’arrivo ultime quattro edizioni del GP d’Italia
| STAGIONE | ORDINE D’ARRIVO |
|---|---|
| 2024 | 1) Charles Leclerc – Ferrari 2) Oscar Piastri – McLaren 3) Lando Norris – McLaren |
| 2023 | 1) Max Verstappen – Red Bull 2) Sergio Perez – Red Bull 3) Carlos Sainz – Ferrari |
| 2022 | 1) Max Verstappen – Red Bull 2) Charles Leclerc – Ferrari 3) George Russell – Mercedes |
| 2021 | 1) Daniel Ricciardo – McLaren 2) Lando Norris – McLaren 3) Valtteri Bottas – Mercedes |
