La proposta (molto divisiva) di introdurre due soste obbligatorie ai box in ogni gara è arrivata sul tavolo della F1 Commission, dove è stata discussa senza però portare a un verdetto chiaro. L’unico punto condiviso è stato quello di non scartare l’idea a priori. La quarta e ultima riunione annuale della Commissione si è svolta negli uffici FIA di Londra, presieduta dal direttore delle monoposto Nikolas Tombazis.
Il doppio pit-stop divide i team
Uno degli argomenti più discussi è stato quello sull’obbligo dei due pit-stop, già sperimentato senza troppo successo nel GP di Monaco, non ha ricevuto consensi unanimi. Tuttavia, nelle ultime settimane l’idea aveva ripreso slancio dopo una serie di gare con pochissima varietà strategica, nonostante Pirelli avesse introdotto una differenziazione più marcata tra le mescole più dure negli appuntamenti di Austin e Città del Messico.
I sostenitori della misura ritengono che due pit-stop obbligatori aumenterebbero l’imprevedibilità e offrirebbero più alternative strategiche. I contrari, invece, sottolineano il rischio opposto: l’appiattimento delle tattiche su un’unica finestra considerata ottimale.
Forte della sua esperienza come ex responsabile strategico in Mercedes, James Vowles ha discusso della questione durante il GP del Brasile: «La mia più grande preoccupazione è che finiremmo tutti per fare la stessa strategia con un margine di un giro», e ha aggiunto: «Perché saremmo costretti a farlo a causa delle due soste obbligatorie».
Anche il team principal McLaren, Andrea Stella, ha espresso cautela, dichiarando in conferenza stampa: «Abbiamo visto tante gare con un pilota su una sosta e uno su due soste, e quello su una sosta inseguito dall’altro – ma questo ovviamente sparirebbe. Dobbiamo riflettere con molta attenzione, e lo stiamo facendo. Sono sicuro che la Commissione F1 discuterà la questione e che arriveremo alla decisione giusta».
Pirelli soluzioni meno drastiche
All’interno della F1 Commission, l’ipotesi dei due pit-stop è stata soltanto una parte di un confronto più ampio dedicato a come stimolare una maggiore varietà strategica. La posizione di Pirelli è chiara: meglio evitare un obbligo che finirebbe per sincronizzare automaticamente le strategie, e intervenire invece sul delta prestazionale tra una e due soste.
Il recente esperimento del salto tra le mescole aveva lo scopo di rendere meno conveniente la strategia a una sosta con gomme dure. Tuttavia, in entrambe le gare gli impieghi del compound duro si sono rivelati marginali, permettendo comunque ai team di completare la corsa con un solo pit-stop.
Nel comunicato riepilogativo della riunione, la FIA ha dichiarato: «È stata discussa una proposta per esplorare l’obbligo di due pit-stop nei gran premi, insieme a possibili modifiche alle specifiche degli pneumatici, ai limiti di vita delle gomme e all’uso delle tre mescole in gara. La discussione si è concentrata sui riscontri derivati da analisi e simulazioni fornite dai team e da Pirelli. Non è stato approvato alcun cambiamento per il momento, ma è stato deciso che il tema continuerà a essere affrontato durante la stagione 2026».
Vincolo sulle livree dal 2026
Tra gli altri punti trattati, spicca anche l’introduzione di un requisito minimo sull’area verniciata o coperta da sponsor sulle monoposto. La proprietà commerciale della F1 ha espresso particolare preoccupazione per l’aspetto televisivo: molti team, nel tentativo di alleggerire il più possibile le vetture, hanno ridotto la vernice al minimo, lasciando ampie zone in carbonio grezzo.
Come spiegato nel comunicato FIA: «Dopo le discussioni con il Technical Advisory Committee, è stato affrontato il tema di un limite minimo di superficie per le livree a partire dal 2026. I rappresentanti della Commissione hanno concordato che almeno il 55% della superficie visibile dall’alto e dal lato dovrà essere coperta da vernice o adesivi, e non lasciata in carbonio a vista. L’obiettivo della misura è aumentare la differenziazione visiva tra le vetture».
