F1 GP Singapore | Arriva il gilet refrigerante, come funziona

Condizioni di caldo estremo previste per il GP di Singapore: temperature oltre i 30 gradi di temperatura e un'umidità ben superiore al 70%. Condizioni proibitive che metteranno alla prova i 20 piloti in griglia.

Il Gran Premio di Singapore, già noto come uno degli appuntamenti più duri della stagione per i piloti, entra ufficialmente nella storia: per la prima volta la Formula 1 ha attivato l’allerta “Heat Hazard”, un protocollo studiato per tutelare i protagonisti in condizioni di caldo estremo in cui sarà possibile usare il gilet refrigerante.

Obbligo di scelta: gilet refrigerante o zavorra

Il circuito cittadino di Marina Bay è tradizionalmente una sfida estenuante, complice la combinazione tra layout tecnico e temperature soffocanti. Quest’anno la situazione sarà ancora più delicata: le previsioni parlano di 31°C sia sabato che domenica, la soglia stabilita dalla FIA per far scattare la procedura. Il direttore di gara Rui Marques ha informato i team già nella giornata di giovedì.

Il regolamento prevede due strade: i piloti possono indossare il gilet refrigerante, oppure le monoposto devono essere appesantite con zavorra aggiuntiva. In ogni caso, le vetture dovranno comunque montare l’impianto che permette al sistema di funzionare, composto da pompa, serbatoio e scambiatore di calore.

Se un pilota decide di non utilizzare il giubbotto, il regolamento è chiaro: dovrà portare con sé 0,5 kg di ballast in abitacolo, compensando così la differenza di peso rispetto all’equipaggiamento standard.

Come funziona il gilet (o maglia) refrigerante in F1

La maglia (o sottotuta) è omologata FIA 8856-2018, il che ne certifica la resistenza alla fiamma e l’idoneità in termini di sicurezza termica. Il sistema di raffreddamento integrato funziona tramite un routing modulare in cui scorre un liquido refrigerante – acqua o acqua e glicolene – attraverso tubi in silicone ottimizzato, progettati per evitare blocchi e garantire un flusso uniforme.

L’intero circuito è totalmente personalizzabile: può essere disposto sul fronte, sul retro o su entrambe le superfici del busto (full-routing), in base alle aree corporee che necessitano di maggiore raffreddamento. Il sistema di quick release permette inoltre un aggancio e sgancio rapido senza perdite, con pulsante per espulsione rapida in caso di emergenza.

Una tecnologia non amata da tutti

Inizialmente la FIA aveva pensato di rendere obbligatorio l’uso dei giubbotti oltre i 31°C. Tuttavia, i test condotti dai piloti hanno evidenziato alcune criticità: i tubi che fanno circolare il liquido refrigerante riducono ulteriormente lo spazio già limitato dell’abitacolo, rendendo il sistema poco confortevole. Da qui la decisione di lasciare una scelta individuale, bilanciata dalla regola della zavorra.

L’introduzione del sistema è legata al traumatico Gran Premio del Qatar 2023, quando diversi piloti furono costretti a ricorrere a cure mediche a causa del caldo insopportabile. Da allora la FIA ha accelerato sul fronte della sicurezza termica, ispirandosi a soluzioni già adottate da tempo nell’endurance.

Nonostante ciò, le opinioni restano contrastanti: alcuni temono che lo scambiatore di calore possa guastarsi trasformando il gilet in una sorta di forno a bassa temperatura, altri lo considerano un aiuto prezioso per affrontare le condizioni limite di Singapore.

Una cosa è certa: la notte di Marina Bay, già impegnativa di per sé, sarà quest’anno il banco di prova per il primo capitolo della storia “Heat Hazard” in Formula 1.

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