F1 Ferrari | Hamilton e Leclerc: considerazioni tra rammarico e delusione dopo il GP del Canada
Le parole di Lewis Hamilton e Charles Leclerc al termine dell'appuntamento canadese di Formula 1. Tra malcontenti generali e invocazioni disperate, cosa dicono i due portacolori Ferrari.

GP del Canada archiviato per la Scuderia Ferrari, forse fortunatamente per loro. Perché il team di Maranello non è andato benissimo a Montréal chiudendo la corsa soltanto al quinto ed al sesto posto in classifica nell’ordine d’arrivo. Un risultato amaro, certo, ma che riflette completamente le non-potenzialità di questa monoposto maledetta.
GP del Canada, Scuderia Ferrari: Hamilton e Leclerc tra rammarico e delusione
Per la Scuderia Ferrari è stato un weekend amaro quello vissuto durante il GP del Canada. Ancora una volta, la Dama Rossa di Maranello non brilla di luce propria sul tracciato di Montréal e questo risultato pesa ancora di più quando, nel Vecchio Continente, la controparte impegnata nelle corse endurance del WEC è riuscita a mettere le mani per la terza volta di fila sul trofeo della 24 Ore di Le Mans, la gara più importante e prestigiosa al mondo.
Un dettaglio che potrebbe passare inosservato, ma nel panorama motoristico, dove i paragoni sono all’ordine del giorno – seppur tra realtà completamente diverse tra loro – l’opinione pubblica getta pesanti sanzioni. Così se da una parte del globo la Rossa (in questo gialla gialla), la 499P #83 di Kubica, Yifei Ye e Philip Hanson brilla di luce propria, in America la SF-25 lascia spazio alla stessa oscurità prodotta dopo lo scoppio di una Supernova. Charles Leclerc ha chiuso la gara in quinta posizione, dopo tantissime parole col suo ingegnere di pista per una strategia non compresa dal monegasco; mentre il sette volte iridato Lewis Hamilton ha chiuso la sua corsa su un circuito a cui è particolarmente legato una piazza dietro a quella del compagno di squadra.
Qualcosa in Ferrari non funziona come dovrebbe. C’è qualcosa sotto, ma sinceramente questo non spetta a noi dirlo, ma le parole rilasciate da Lewis Hamilton sono state molto chiare a riguardo, facendo presagire qualcosa tutt’altro che positivo: “Ci sono tante cose che vorrei raccontarvi per farvi capire meglio, ma non posso. Si tratta di cose successe quest’anno, problemi che abbiamo avuto, situazioni interne al team. Ma il mio obiettivo è influenzare positivamente questi cambiamenti, in modo che possano portare a un successo a lungo termine, perché ce n’è davvero bisogno”.
Dopo una catena di montaggio precisa e infallibile come quella di Brackley, Hamilton sembra una pecorella smarrita a Maranello e non continua a capire il motivo di alcuni comportamenti del team, come quella di non portare più aggiornamenti con la stessa frequenza dei propri competitor: “Altri portano aggiornamenti, noi non so perché non lo facciamo. So che uno arriverà presto, almeno spero”.
Ma si capisce una cosa: il sette volte iridato non ha voce in capitolo a Maranello, o almeno non ha lo spazio che vorrebbe: “Dobbiamo fare in modo di avere una grande macchina l’anno prossimo, quindi non sprechiamo troppo tempo su questa (la SF-25 ndr). Dobbiamo costruire le basi perché siamo fuori dalla lotta per il Mondiale”.
Anche sul versante monegasco il morale non è dei migliori e Charles Leclerc sta capendo la vera aria che tira in Ferrari: “Ero abbastanza convinto nella prima parte della gara, soprattutto quando ho visto che Russell si era appena fermato per montare una nuova gomma hard e alla fine non girava così tanto più veloce. Era sì più rapido, ma solo di quattro decimi o qualcosa del genere, quindi mi sono detto ‘forse c’è qualcosa che possiamo fare, c’è qualche numero in testa’. Il degrado era migliore di quello che ci aspettavamo. Anche guardando il primo stint sulle medie di Lewis, mi paragonavo soprattutto a lui e vedevo che era un po’ più a suo agio, quindi credevo molto nelle medie. Ma il muretto ha sempre più informazioni di quelle che abbiamo in macchina”.
Parliamo di un Leclerc rassegnato che non riesce a fare ciò che vorrebbe con una macchina che lui vorrebbe. Insomma, è difficile correre una maratona con una zavorra di 100 kg attaccata ai piedi. Anche se sei il corridore più veloce al mondo, inevitabilmente andrai incontro ad una sconfitta. Come dicono gli inglesi: that’s it.
“Alla fine, io provo sempre a massimizzare quello che ho. Poi ci sono gare più frustranti di altre. La situazione è frustrante, perché non abbiamo la macchina per vincere, ma non è la situazione degli altri che mi rende più frustrato”.
E, infine, le parole non sono incoraggianti per il futuro e risuonano quasi profetiche nell’aria: “Penso che sarà [un resto di stagione] difficile. Se si guarda ai punti, siamo molto indietro, quindi da ora in poi dovremo dominare [per recuperare]. Non credo ci sia nulla all’orizzonte che ci faccia pensare che domineremo”, ha concluso il ferrarista.