Il Circuito di Montréal dove si corre il GP F1 del Canada, le caratteristiche del tracciato
Il Circuito di Montréal, sede del GP del Canada in F1 e intitolato alla memoria di Gilles Villeneuve, accompagnerà i piloti per 70 giri e 305 km totali. Scopriamo la sua storia e le sue caratteristiche.

Il Circuit Gilles-Villeneuve di Montréal è da decenni il teatro del GP del Canada, uno degli appuntamenti più imprevedibili e apprezzati del calendario di Formula 1, uno dei circuiti dove si corre con la F1. Situato sull’isola artificiale di Île Notre-Dame, il tracciato canadese unisce le caratteristiche di un circuito cittadino a quelle di un impianto permanente, offrendo gare spesso ricche di colpi di scena. Di seguito, le principali caratteristiche tecniche del circuito e qualche ricordo delle edizioni più iconiche.
Circuito di Montréal, dove si corre il GP del Canada
Il Circuit Gilles-Villeneuve misura 4,361 km ed è composto da 14 curve, molte delle quali a 90 gradi, alternate a lunghi rettilinei che lo rendono uno dei tracciati più veloci dell’intero mondiale. La pista si snoda tra muretti e barriere, con pochissimo margine di errore, e presenta caratteristiche da stop-and-go, simili a quelle di un cittadino.
L’aspetto che lo rende unico è la scarsa aderenza dell’asfalto, spesso poco gommato a causa del limitato utilizzo durante l’anno. A ciò si aggiungono condizioni meteorologiche frequentemente variabili, che possono portare a pioggia improvvisa e asfalto bagnato solo in alcuni settori: un mix perfetto per mescolare le carte in tavola.

Le opportunità di sorpasso non mancano: il rettilineo che porta alla staccata della curva 1, così come quello che precede l’ultima chicane, sono punti ideali per tentare l’attacco, soprattutto con il supporto del DRS. Ma è proprio l’ultima variante – seguita dal celebre “Wall of Champions” – a rappresentare il tratto più iconico e temuto del circuito. Il muretto a destra dell’uscita ha mietuto vittime illustri come Schumacher, Villeneuve e Hill, dando al GP del Canada una reputazione leggendaria.
La pista mette alla prova anche i freni: la combinazione tra alte velocità e forti staccate rende necessario un impianto resistente, soprattutto nei lunghi run di gara. I consumi di carburante sono elevati e la gestione dell’energy recovery system (ERS) gioca un ruolo chiave nella prestazione complessiva sul giro.
Assetto e strategie: equilibrio tra trazione e velocità
Per ottenere il massimo dal tracciato di Montréal serve un assetto con bassa deportanza, che privilegi la velocità in rettilineo, ma con un occhio attento alla trazione in uscita di curva, fondamentale nei tratti lenti. Le monoposto devono garantire stabilità in frenata e rapidità nei cambi di direzione.
Dal punto di vista strategico, il circuito tende a favorire le strategie a una sosta, anche se la presenza abituale della safety car – vista l’alta probabilità di errori e incidenti – può alterare i piani delle squadre. I team devono essere pronti a reagire in tempo reale, soprattutto se la gara è interrotta o influenzata dalla pioggia, come spesso accade a Montréal.
Circuit Gilles-Villeneuve – Scheda tecnica
- Circuito: Circuit Gilles-Villeneuve
- Località: Montréal, Canada
- Giri di gara: 70
- Lunghezza del tracciato: 4,361 km
- Distanza totale di gara: 305,270 km
- Record sul giro: 1:13.078 – Valtteri Bottas (Mercedes, 2019)
- Pole position 2024: 1:12.000 – George Russell (Mercedes)
- Vincitore gara 2024: Max Verstappen (Red Bull)
- Pole position 2025: (in aggiornamento…)
- Vincitore gara 2025: (in aggiornamento…)
GP Canada: edizioni indimenticabili della sua storia
1978 – La prima vittoria di Gilles Villeneuve davanti al suo popolo
Era l’ultima gara della stagione e il debutto assoluto del GP del Canada sul circuito di Île Notre-Dame, poi ribattezzato in onore di Gilles. Davanti a una folla impazzita di tifosi canadesi, Villeneuve conquistò la sua prima vittoria in Formula 1 con la Ferrari, approfittando dei problemi meccanici di Jones e Jarier. La scena finale fu da film: il giovane canadese sul gradino più alto del podio, tra il boato del suo pubblico e le lacrime del padre. Una leggenda era nata proprio lì, a casa sua.
1991 – Mansell saluta il pubblico… e si ferma
Il britannico Nigel Mansell era in testa al GP del Canada del 1991, dominando con la sua Williams. Al penultimo giro, convinto di avere la vittoria in tasca, iniziò a salutare il pubblico con la mano, rallentando vistosamente. Ma all’uscita di una curva, il motore si spense: una leggerezza clamorosa. Ne approfittò Nelson Piquet, che vinse la gara incredulo. Mansell fu costretto a parcheggiare, a pochi metri dalla bandiera a scacchi, vittima della sua stessa eccessiva sicurezza.
1999 – Il “Muro dei Campioni” entra nella leggenda
Il rettilineo d’arrivo del Circuit Gilles-Villeneuve si conclude con una chicane insidiosa, accanto a un muretto con una scritta innocente: “Bienvenue au Québec”. Nel 1999, però, quel muro divenne leggendario: tre campioni del mondo – Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve – ci finirono contro durante il weekend di gara. Da allora, fu soprannominato “Wall of Champions”, simbolo della crudeltà e imprevedibilità del tracciato canadese.

2011 – La gara più lunga e folle della storia
Il 12 giugno 2011, il GP del Canada entrò negli annali come la gara più lunga della storia della Formula 1, durata oltre 4 ore. Sotto una pioggia battente e dopo due interruzioni, Jenson Button si rese protagonista di una rimonta epica. Dopo sei soste ai box, un contatto con Hamilton e una penalità, Button si trovò ultimo. Ma giro dopo giro risalì fino a insidiare Sebastian Vettel, che commise un errore all’ultimo giro, lasciando strada libera alla McLaren. Una vittoria rocambolesca e indimenticabile.
2014 – Il primo trionfo di Daniel Ricciardo
Nel 2014, con le Mercedes dominanti, nessuno si aspettava una sorpresa. Ma proprio a Montréal accadde l’imprevisto: problemi ai freni colpirono entrambe le Frecce d’Argento, aprendo la porta a un giovanissimo Daniel Ricciardo, alla sua prima stagione in Red Bull. Con due sorpassi da manuale su Perez e Rosberg negli ultimi giri, Ricciardo vinse la sua prima gara in carriera, esplodendo in un sorriso largo quanto il tracciato. Un giorno che cambiò per sempre la sua carriera.
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