GP Canada Pagelle Piloti | Promossi e bocciati: quando un italiano ci allieta con una P3
In mezzo al marasma canadese, c'è chi ha brillato come un faro nella nebbia e chi invece è riuscito a perdersi anche con il navigatore acceso. È ora di tirare una linea e di dare i voti, con il giusto spirito critico, una spruzzata d’ironia e il sospetto costante che in certi box stiano ancora cercando di capire se stavano correndo a Montréal o giocando a Risiko.

Il GP del Canada ci ha regalato tutto ciò che serve per trasformare un tranquillo pomeriggio di domenica in un episodio diretto da Quentin Tarantino con supervisione di Alfred Hitchcock, però finito male, soprattutto se esci dalla sala dopo aver visto un film del calibro del Signore degli Anelli che, in questo caso, è la 24 Ore di Le Mans. Ecco, quindi, le pagelle del GP del Canada con i voti a team e piloti.
PILOTA | VOTO | COMMENTO |
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George Russell | 10 | Preciso, efficace, tagliente. George Russell è stato infallibile come un coltellino svizzero, di quelli che aprono tutto tranne i caschi dei commissari FIA. |
Andrea Kimi Antonelli | 9 | Certe piste hanno un’aura speciale, e Montréal è una di quelle. Qui hanno vinto leggende, qui si sono scritte pagine epiche della Formula 1. E proprio qui, nel bel mezzo di una gara caotica e difficilissima, un ragazzo di appena 18 anni ha messo tutti in riga con la calma di un veterano. |
Max Verstappen | 8 | Cosa poteva fare di più con questa Red Bull? Assolutamente niente. Il pacchetto tecnico non era all’altezza dei giorni migliori, eppure Max ha spremuto tutto quello che c’era da spremere. Nessuna sbavatura, nessun lamento, solo grinta e determinazione. Chiude secondo e si porta a casa un podio solido, da vero campione che sa adattarsi anche quando la macchina non canta. |
Charles Leclerc | 7,5 | Un altro weekend difficile per Charles, in una Ferrari che sembra fargli più dispetti di una telenovela messicana. Non è tanto il risultato in sé, quanto tutto il contorno: strategie campate per aria, comunicazioni criptiche, e una tensione palpabile tra lui e il muretto. Leclerc, però, non le manda più a dire. |
Lewis Hamilton | 6,5 | Il guaio è che Lewis, abituato a dominare, ora arranca e si ritrova a lottare con compagni ed ex rivali in posizioni di rincalzo. Un sei e mezzo di rispetto per chi, pur deluso, non ha mai veramente mollato. Ma la fiamma è fioca, e lo si vede bene: non è più fame, è solo attesa. |
Williams | 4 | Errori su errori, gestione confusa e una gara buttata al vento. Peccato, perché qualcosa da salvare ci sarebbe anche, ma se ti tappi le orecchie quando chi guida parla, la strada non può che essere tutta in salita. |
Lando Norris | 2 | Cercava gloria, ha trovato il muro. Letteralmente. Dopo un inizio di stagione in cui sembrava aver fatto il salto di qualità, Norris si è esibito in un harakiri da manuale. |
Pagelle F1 GP Canada, George Russell – Voto 10 (Lo svizzero di Brackley)
Preciso, efficace, tagliente. George Russell è stato infallibile come un coltellino svizzero, di quelli che aprono tutto tranne i caschi dei commissari FIA. A Montreal è sembrato il vero leader della Mercedes, anche più del suo ingombrante compagno di box e di quel Toto che ormai sembra un po’ spaesato. Ha gestito la gara, ha resistito a Verstappen, e ha mostrato che quando la macchina c’è – o quasi – lui è pronto a prendersi il timone.
Andrea Kimi Antonelli – Voto 9 (Un podio che profuma d’Italia)
Certe piste hanno un’aura speciale, e Montréal è una di quelle. Qui hanno vinto leggende, qui si sono scritte pagine epiche della Formula 1. E proprio qui, nel bel mezzo di una gara caotica e difficilissima, un ragazzo di appena 18 anni ha messo tutti in riga con la calma di un veterano. Andrea Kimi Antonelli conquista il suo primo podio in carriera – e lo fa con la naturalezza di chi è nato per stare lì. Nessun errore, nessuna sbavatura, una gestione impeccabile delle condizioni di pista e del passo gara. Sorpassi puliti, grande lucidità e nervi saldi fino alla fine. Il tutto senza mai perdere il sorriso o la concentrazione.
Dopo anni di promesse e attese, finalmente un italiano che ci fa gonfiare il petto di orgoglio in Formula 1 è arrivato. Bravo Kimi, continua così: il futuro, ora, parla anche un po’ emiliano.
Max Verstappen – Voto 8 (Diplomatico e consistente, per una volta)
Cosa poteva fare di più con questa Red Bull? Assolutamente niente. Il pacchetto tecnico non era all’altezza dei giorni migliori, eppure Max ha spremuto tutto quello che c’era da spremere. Nessuna sbavatura, nessun lamento, solo grinta e determinazione. Chiude secondo e si porta a casa un podio solido, da vero campione che sa adattarsi anche quando la macchina non canta. Ma il vero colpo di scena? Sul podio si congratula con George Russell. Che sia la paura di perdere l’ultimo punto rimasto sulla superlicenza o un sincero segnale di maturità? Chissà, forse essere diventato papà lo ha fatto maturare davvero!
Charles Leclerc – Voto 7,5 (Il samurai di Maranello sta perdendo la calma)
Un altro weekend difficile per Charles, in una Ferrari che sembra fargli più dispetti di una telenovela messicana. Non è tanto il risultato in sé, quanto tutto il contorno: strategie campate per aria, comunicazioni criptiche, e una tensione palpabile tra lui e il muretto. Leclerc, però, non le manda più a dire. Le sue risposte alla stampa sono affilate come la katana di un samurai, e il sorriso da bravo ragazzo sta lasciando spazio a una frustrazione sempre meno mascherata, mutando da supereroe a cattivo di un albo a fumetti della Marvel. Qualcosa, evidentemente, si sta incrinando. E a dirla tutta, non possiamo biasimarlo: sono sette anni che si trascina una Ferrari a cui continua a credere più per amore che per logica. La pazienza è una virtù, sì… ma anche i santi, prima o poi, mollano.
Lewis Hamilton – Voto 6,5 (Testa al 2026, cuore chissà dove)
Che Hamilton abbia già chiuso mentalmente con questa Ferrari del 2025 è ormai evidente come una bandiera rossa sotto il diluvio. Corre con l’autopilota e con lo sguardo rivolto a Maranello, dove – parole sue – lo aspetta una SF-25 che “balla senza ritmo”.
Il guaio è che Lewis, abituato a dominare, ora arranca e si ritrova a lottare con compagni ed ex rivali in posizioni di rincalzo. Un sei e mezzo di rispetto per chi, pur deluso, non ha mai veramente mollato. Ma la fiamma è fioca, e lo si vede bene: non è più fame, è solo attesa.
Williams – Voto 4 (La sordità strategica)
Quando il tuo pilota ti segnala con chiarezza che una scelta non è quella giusta, forse – dico forse – conviene ascoltarlo. Invece no: in Williams hanno preferito ignorare Alexander Albon, e il risultato è stato un harakiri strategico degno di un film tragicomico.
Errori su errori, gestione confusa e una gara buttata al vento. Peccato, perché qualcosa da salvare ci sarebbe anche, ma se ti tappi le orecchie quando chi guida parla, la strada non può che essere tutta in salita.
Lando Norris – Voto 2 (Autodistruzione programmata)
Cercava gloria, ha trovato il muro. Letteralmente. Dopo un inizio di stagione in cui sembrava aver fatto il salto di qualità, Norris si è esibito in un harakiri da manuale: punta il compagno per superarlo, finisce per rompersi l’ala, massacrare una gomma e autodistruggere la sua gara. Il talento c’è, ma se vuole davvero diventare campione del mondo, è il caso che dia una ripassata al manuale del buon pilota: capitolo uno, non buttare tutto per un sorpasso alla cieca. Apprezziamo, però, le scuse e l’onestà a fine gara con Piastri. Ce ne fossero di più umani e veri come lui…