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F1 | Ferrari contro McLaren: la differenza è (anche) nella mentalità

Ferrari e McLaren a confronto: perché il team di Woking è nettamente superiore alla Rossa di Maranello? Oltre alla superiorità tecnica, a fare la differenza è la mentalità e il modus operandi del team inglese.

McLaren conduce la leadership della classifica costruttori di F1 con ben 362 punti, mentre la Scuderia Ferrari occupa la seconda piazza a 165, poco più della metà dei punti totali dei rivali inglesi. La differenza non è solo la superiorità della MCL39 sulla SF-25, ma anche una grande organizzazione nel dietro le quinte.

Ferrari e McLaren: non è solo la potenza pura a contare in F1

A fare la differenza in Formula 1, spesso, è la struttura organizzativa e la mentalità con cui un team affronta le sfide del campionato. In questo senso, il confronto tra Ferrari e McLaren rappresenta un caso emblematico. Due scuderie storiche, due visioni profondamente diverse su come si gestisce una squadra ai massimi livelli. Nel confronto tra Ferrari e McLaren, spesso si guarda solo alle prestazioni in pista. Ma dietro ai risultati c’è una differenza profonda di approccio gestionale e culturale, che spiega molte dinamiche interne ai due team.

McLaren è un’organizzazione snella e pragmatica, dove i ruoli sono chiari e le decisioni rapide. Al vertice troviamo Zak Brown, una figura costantemente presente in pista, che si occupa direttamente della gestione del budget e del coordinamento generale. Subito sotto, Andrea Stella, team principal con competenze tecniche consolidate, guida lo sviluppo e ha un filo diretto con piloti e ingegneri. La catena decisionale è corta: se un pilota ha un problema, ne parla con Stella, che a sua volta si interfaccia con Brown, trovando rapidamente una soluzione. Tutto è lineare, efficiente, orientato all’azione.

La situazione in Ferrari è molto diversa. L’amministratore delegato e presidente è raramente presente in pista, e le decisioni chiave vengono filtrate da una catena più lunga e frammentata. Fred Vasseur, team principal, non gestisce il budget né ha pieni poteri tecnici. Il suo compito principale è la gestione mediatica e la rappresentanza del team. Le scelte tecniche sono delegate a figure come Loïc Serra e ai responsabili dei vari reparti (motore, telaio, aerodinamica).

Questa struttura rallenta i processi decisionali. Un pilota come Leclerc può parlare con Vasseur, ma non ha accesso diretto a chi prende davvero le decisioni finali. E lo stesso vale al contrario: è difficile che il top management prenda decisioni forti e dirette in tempi brevi.

Red Bull, in confronto, è un esempio opposto di reattività. Non esita a sostituire un pilota se lo ritiene necessario per migliorare le prestazioni. In Ferrari, una scelta del genere è quasi impensabile. Non perché manchi il coraggio, ma perché la cultura aziendale è più conservatrice, meno incline a interventi drastici.

Questa differenza di mentalità si riflette poi anche sulle performance. McLaren è cresciuta rapidamente grazie a una struttura agile, Ferrari rimane spesso impantanata in logiche aziendali complesse e decisioni troppo diluite. La forza di McLaren è nella sua semplicità operativa. Ferrari, invece, paga il prezzo di un’impostazione più burocratica, che mal si adatta alla rapidità richiesta dal motorsport moderno.

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