Pagelle piloti GP Italia | Promossi e bocciati a Monza da NEWSAUTO
Promossi e bocciati: è tempo di tirare le somme e assegnare i voti ai protagonisti in pista, da chi ha trionfato a chi ha deluso al Gran Premio d'Italia a Monza che ha regalato emozioni e colpi di scena

Con un Gran Premio d’Italia a Monza che ha regalato emozioni e colpi di scena, è tempo di tirare le somme e assegnare i voti ai protagonisti in pista con le pagelle di NEWSAUTO. Dal trionfo schiacciante di chi ha dominato la gara, all’amara delusione di chi ha commesso un errore cruciale, il tempio della velocità ha messo alla prova nervi e abilità, lasciando un segno indelebile in questo capitolo del mondiale di Formula 1.
VOTI E PAGELLE AI PILOTI F1 dopo la gara di Monza 2025
PILOTA / SCUDERIA | VOTO |
---|---|
Max Verstappen | 10 |
Oscar Piastri | 8 |
Charles Leclerc | 7 |
George Russell | 7- |
Lewis Hamilton | 6 |
Lando Norris | 4 |
Lance Stroll | 4- |
Aston Martin | 3 |
Il Gran Premio d’Italia all’Autodromo Nazionale di Monza è stato tutto ciò che ci si aspettava e, allo stesso tempo, la solita farsa. Da una parte Verstappen che corre su un binario tutto suo (un po’ come capitava fino a non molto tempo fa), dall’altra McLaren che riesce a trasformare un doppio podio in una sitcom imbarazzante. Ferrari salva la faccia grazie a Leclerc, mentre Hamilton sembra ancora un turista in prova con la nuova squadra. Aston Martin? Beh, hanno deciso di presentarsi a Monza con una macchina che si disfa come un mobile IKEA montato male. In sintesi: un weekend veloce, e talmente soporifero che sembrava scritto da uno sceneggiatore ubriaco.
Max Verstappen – Voto 10 (Il Manico di Monza)
A Monza non ha corso una gara: ha organizzato un seminario su “come dominare senza sudare”. Ha fatto la partenza, ha spento il cervello e ha infilato 53 giri di routine. Gli altri arrancavano, lui sembrava in modalità “cruise control” diretto verso la vittoria. Non ha mai avuto un rivale in pista, e il fatto che McLaren stesse litigando da sola ha reso il tutto ancora più comico. In pratica, Monza è stata una sua passerella privata, e gli altri solo comparse pagate male.
Oscar Piastri – Voto 8 (Il secondo pilota che non voleva esserlo)
Finalmente aveva l’occasione per dire: «Eccomi, sono il numero uno in McLaren». Bello, pulito, rapido: con il pit stop lento di Norris, lo supera senza sporcare la tuta. Ma no, la squadra decide che la realtà non va bene e lo retrocede come fosse un apprendista. Lui, zitto zitto, obbedisce, ma sul podio sembrava uno che ha appena scoperto che la sua fetta di torta è stata data al cane. Bravo in pista, abbassa però la testa: e se non reagisce, finirà a fare da guardaspalle a Norris per sempre.
Charles Leclerc – Voto 7 (Il salvatore della patria)
Non poteva vincere, non poteva nemmeno pensarlo, ma almeno ha dato a Monza qualcosa da urlare. Ha portato la Ferrari davanti a Hamilton e ha dimostrato di essere ancora lui il riferimento interno, l’idolo di casa. Non ha fatto magie, ma in un weekend dove la Ferrari non poteva fare miracoli, è bastato non fare errori e stare davanti al compagno. Non è gloria, ma almeno non è vergogna.
George Russell – Voto 7- (Il file Excel della F1)
Russell è la dimostrazione vivente che l’efficienza può essere tremendamente noiosa. Fa quello che deve, senza strafare, senza scivolare, senza mai dare un brivido. È un campione del compitino, il contabile della griglia: ordinato, preciso, corretto. Porta punti, non emozioni. E il problema è proprio questo: se vuoi accendere i cuori a Monza, non basta compilare il foglio presenze.
Lewis Hamilton – Voto 5 (Il coinquilino spaesato)
Era il primo GP d’Italia in rosso, e l’occasione sprizzava epicità da tutti i pori. Invece, è stata un piattume cosmico. Sempre dietro, mai incisivo se non in partenza, sembrava più preoccupato di capire come funzionano i pulsanti della nuova macchina che di fare una gara. Ha chiuso sesto, senza infamia né lode. Ma quando sei un sette volte campione a Monza, con la Ferrari, “senza infamia né lode” è quasi un insulto.
Lando Norris – Voto 4 (Il figlio prediletto)
Se il GP d’Italia fosse stato un reality show, il titolo sarebbe stato “Il favorito del capo”. Ha perso la posizione con un pit stop lento, Piastri lo aveva superato senza discussioni, e invece arriva il team radio più imbarazzante dell’anno: «Oscar, restituisci la posizione». Risultato? Norris sale secondo sul podio, ma la sensazione è quella di uno che vince perché qualcuno gli ha passato la palla davanti alla porta vuota. Il talento c’è, ma questo episodio lo ha fatto sembrare un raccomandato più che un campione.
Lance Stroll – Voto 4- (Lo spettatore pagato)
E qui viene il bello: con Alonso fuori, toccava a Lance salvare la baracca. Ma lui, come sempre, ha fatto la sua solita gara anonima, persa nella mediocrità, senza un sorpasso degno di nota, senza un briciolo di cattiveria. È arrivato in fondo, certo, ma la sensazione è che avrebbe potuto farlo anche un turista con il simulatore di Monza a casa. E quando sei l’unico pilota rimasto in pista per il tuo team e sembri comunque trasparente, forse è tempo di cambiare mestiere.
Aston Martin – Voto 3 (La rimessa di papà Stroll)
Alonso si ritira perché salta una sospensione. Non per un contatto, non per un errore: semplicemente perché il pezzo ha deciso di smettere di fare il suo lavoro. Una rottura che sembrava più da auto presa usata su Subito.it che da Formula 1. Aston Martin è passata in due anni dall’essere la mina vagante del campionato a sembrare un team che compra i ricambi al supermercato. E vedere Alonso costretto a parcheggiare per colpa di questo è un insulto al motorsport.