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F1 GP Italia | Nasce la Schumacher Longue dedicata al Kaiser

Il GP d'Italia a Monza tornerà a far echeggiare le glorie passate ed i successi di Michael Schumacher grazie ad una serie di eventi dedicati al Kaiser con cimeli da ammirare e ospiti d'eccezione.

Un tributo esclusivo al mito di Michael Schumacher prende vita a Monza. In occasione del Gran Premio d’Italia 2025, la Driver Lounge e la Keep Fighting Foundation hanno inaugurato la Schumacher Lounge, un’esperienza hospitality premium che unisce comfort, storia e passione. Tra terrazze con vista sulla pista, cimeli unici e pacchetti dal valore di migliaia di euro, gli ospiti hanno potuto rivivere i momenti più iconici della carriera del sette volte campione del mondo, celebrando i 25 anni dal suo primo titolo con la Ferrari.

GP Italia: evento esclusivo dedicato a Michael Schumacher

Un anniversario speciale merita un’esperienza altrettanto unica. Per celebrare i 25 anni dal primo titolo mondiale conquistato da Michael Schumacher con la Ferrari, la Driver Lounge e la Keep Fighting Foundation hanno presentato al Gran Premio d’Italia di Monza 2025 la Schumacher Lounge, un pacchetto hospitality esclusivo che unisce comfort, storia e passione.

Gli ospiti avranno accesso a una terrazza panoramica affacciata sul rettilineo di partenza e arrivo, oltre a biglietti riservati nelle tribune più prestigiose (di cui una dedicata proprio a Schumacher), di fronte all’uscita della pitlane. Il pacchetto prevede un’esperienza completa di tre giorni, comprensiva di catering di alto livello, open bar e intrattenimento esclusivo. I prezzi dei biglietti avranno un costo di 4.902,36 euro a persona per il weekend, con opzioni premium superiori, che includono accesso privilegiato agli eventi serali e attività dedicate.

La Lounge è allestita come un vero e proprio museo temporaneo dedicato a Schumacher: sarà possibile ammirare cimeli originali, esposizioni fotografiche e alcune delle monoposto più iconiche guidate dal sette volte campione, dalla Benetton iridata del ’94-’95 alla leggendaria Ferrari F1-2000.

Non mancheranno le testimonianze di chi ha condiviso la pista con il Kaiser: tecnici, ex compagni di squadra e rivali che hanno raccontato episodi e aneddoti della sua carriera. Il momento clou sarà la cena di gala “Friends & Foes” del sabato sera, arricchita da un’asta benefica live con memorabilia unici: caschi, tute e parti di monoposto. Le cifre raggiunte saranno destinate alla Keep Fighting Foundation, impegnata nel sostegno alla ricerca neuroscientifica e alla sicurezza stradale.

Il primo titolo di Michael Schumacher con Scuderia Ferrari nel 2000

Il trionfo di Schumacher rappresentò una liberazione per l’intero team di Maranello. Fino a quel momento dopo l’ultimo titolo iridato di Jody Scheckter nel 1979, la Ferrari aveva collezionato titoli Costruttori, ma mancava il prestigio della corona piloti, sfuggita negli anni a campioni come Didier Pironi, René Arnoux, Michele Alboreto e Alain Prost. Negli anni Ottanta e Novanta, la rossa aveva ceduto il passo a Williams, McLaren, Brabham e Benetton, le stesse che Enzo Ferrari definiva sprezzantemente “garagiste”.

La svolta arrivò con Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne e lo stesso Schumacher, l’ossatura vincente della Benetton degli anni ’90, trapiantata a Maranello per riportare in alto il Cavallino. Nel 2000, con la F1-2000 finalmente all’altezza delle McLaren di Adrian Newey, il tedesco ingaggiò un duello memorabile con Mika Hakkinen.

Il punto decisivo arrivò al Gran Premio degli Stati Uniti, quando il ritiro del finlandese per guasto al motore Mercedes spianò la strada alla vittoria di Schumacher. A Suzuka, teatro dei suoi dolori due anni prima, Michael ribaltò la storia: sfruttò la pioggia, allungò lo stint e, dopo l’ultimo pit-stop, rientrò davanti a Hakkinen. Quel margine fu sufficiente per laurearsi campione.

Il sigillo arrivò in Malesia, dove la Ferrari festeggiò in grande stile con il primo titolo piloti dopo 21 anni e la doppietta con il Costruttori. Sul podio, Schumacher, Barrichello e Brawn si presentarono con parrucche rosse. Era l’inizio di un’epopea: quattro titoli consecutivi, che portarono il tedesco a diventare il primo sette volte campione del mondo in Formula 1.

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