FORMULA 1

La strategia “Overcut” in F1: il segreto per guadagnare tempo con le gomme usate

Cos'è l'overcut? La tecnica di "sorpasso" tramite la sosta ai box? Scopriamone il significato e lo studio attraverso il caso di George Russell al GP di Azerbaijan.

Nel gergo della Formula 1, termini come undercut e overcut sono ormai entrati nel linguaggio comune di appassionati e addetti ai lavori. Se il primo è più conosciuto – fermarsi prima ai box per montare gomme fresche e guadagnare terreno su chi resta fuori (solitamente chi insegue) – il secondo è spesso meno intuitivo, ma può rivelarsi altrettanto decisivo. Scopriamo il significato della parola overcut e quando questo avviene in pista.

La logica dell’overcut e il suo significato

L’overcut si verifica quando un pilota, invece di anticipare il pit stop, sceglie di restare in pista più a lungo del diretto rivale. L’idea alla base è semplice: sfruttare le gomme già in temperatura e mantenere un ritmo competitivo, mentre chi ha appena cambiato le gomme deve attendere qualche giro prima di portarle nella finestra ottimale di utilizzo.

In altre parole, mentre l’avversario rientra con pneumatici freddi e meno performanti, chi resta fuori può continuare a spingere, spesso riuscendo a coprire il gap accumulato e addirittura a guadagnare la posizione dopo il proprio pit stop.

L’overcut non è una strategia universale. Funziona soprattutto in condizioni specifiche:

  • Degrado contenuto: se la gomma non crolla rapidamente, il pilota in pista può mantenere un buon passo.
  • Circuiti difficili per scaldare le gomme: su piste come Baku o Ungheria, chi monta pneumatici nuovi impiega più tempo a portarli alla giusta temperatura, e questo favorisce l’overcut.
  • Traffico favorevole: avere la pista libera mentre l’avversario è impegnato nel traffico dopo il pit può amplificare il vantaggio.

Overcut in F1: il duello tra Russell e Sainz a Baku

Un esempio recente e chiaro di overcut è arrivato in occasione del duello tra George Russell e Carlos Sainz durante la gara del GP di Azerbaijan. Una volta risolti i problemi di surriscaldamento ai freni, Russell ha potuto aumentare il ritmo a partire dal giro 34, portando il margine sullo spagnolo della Williams da meno di 19 a poco più di 20 secondi.

Sainz ha provato a rispondere, segnando due giri in linea con quelli del britannico al 37° e al 38°, mantenendo il distacco stabile poco sopra i 20 secondi. Quando Russell è stato richiamato ai box al termine del giro 39, la stessa Mercedes stimava che sarebbe rientrato con circa un secondo di ritardo rispetto alla Williams.

La realtà è stata diversa: l’aggressività del pilota all’ingresso della pit-lane, unita alla rapidità impeccabile dei meccanici, ha contenuto la perdita complessiva a 19,8 secondi, la più bassa dell’intera gara. Russell è così rientrato davanti a Sainz, consolidando la posizione e involandosi verso un secondo posto finale dietro a Verstappen. Un overcut perfetto, eseguito al millimetro.

GIRORUSSAIGAP (S)
291m 45.2s1m 45.0s18.8
301m 45.0s1m 45.0s18.8
311m 45.0s1m 45.0s18.8
321m 45.1s1m 45.2s18.9
331m 45.0s1m 45.1s19.0
341m 44.9s1m 45.2s19.1
351m 44.8s1m 45.2s19.5
361m 44.8s1m 45.4s20.1
371m 44.7s1m 44.7s20.1
381m 44.8s1m 44.8s20.1
Gap tra Carlos Sainz e George Russell durante il GP di Azerbaijan

I rischi dell’overcut

Naturalmente, l’overcut comporta anche rischi. Se il degrado gomme è troppo alto o se il rivale riesce a trovare subito il ritmo con le mescole nuove, la scelta di restare in pista può trasformarsi in un boomerang. La gestione del traffico, poi, resta un fattore determinante: finire dietro a vetture più lente può annullare in un attimo qualsiasi vantaggio.

Oggi l’overcut non è mai frutto dell’improvvisazione. I team analizzano in tempo reale i dati delle gomme, il passo gara, le previsioni sul degrado e persino la temperatura dell’asfalto per capire se conviene fermarsi subito o tentare il colpo con qualche giro extra. È una partita a scacchi giocata a oltre 300 km/h, dove ogni dettaglio può cambiare il destino di una corsa.

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