F1 GP Arabia Saudita: PAGELLE piloti promossi e bocciati a Jeddah
Puntuali come un orologio svizzero o come l'Hammer Time di Hamilton nei tempi d'oro, ecco le pagelle di F1 dedicate al GP di Arabia Saudita, quinto appuntamento del mondiale di F1.

Prima di immergerci nelle pagelle dedicate al GP di Arabia Saudita, lasciatemi dire che la gara è stata un mix esplosivo di velocità, errori madornali e momenti di pura follia. Se pensavate di vedere solo macchine che girano in tondo, vi sbagliavate di grosso: abbiamo assistito a incidenti degni di una rissa da pub, strategie più complesse di un manuale di fisica quantistica e prestazioni che spaziavano dall’eroico al tragicomico. Ed ora, senza ulteriori indugi, ecco i giudizi impietosi, carichi di sarcasmo e, ovviamente, imbottiti di metafore improbabili. Buona lettura!
Pilota/Team | Voto | Commento |
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Oscar Piastri | 10 | Ha guidato come un predatore in caccia e danzato sul circuito di Jeddah come un falco in picchiata, fermando i cronometri con una costanza che farebbe impallidire anche un orologio svizzero. |
Charles Leclerc | 8,5 | Elegante come un pittore barocco al lavoro, ma con qualche macchia di colore fuori dal quadro: la sua Ferrari sussultava in uscita di curva come un destriero impaziente, ma Leclerc ha mostrato la mano ferma di un domatore di leoni. |
Max Verstappen | 7 | Il suo passo era da vero cecchino, preciso come un bisturi in mano a un chirurgo. Peccato però che la penalità di cinque secondi l’abbia appesantito come un salto in mare con l’armatura. |
George Russell | 6,5 | Ha condotto la Mercedes con la calma di un buddhista in meditazione: né flora né fauna potevano disturbarlo. |
Lando Norris | 6 | Rimonta da applausi, come un ciclista che risale un muro impossibile a mani nude. In gara ha dimostrato che l’anima di un campione si vede quando tutto sembra perduto. |
Carlos Sainz | 5 | Partito come un fulmine, improvvisamente è scomparso come un ghiacciolo al sole. |
Lewis Hamilton | 3 | Mezzo secondo al giro più lento di Leclerc: un po’ come cercare di inseguire un ghepardo vestito di seta mentre tu sei in infradito. |
Yuki Tsunoda e Pierre Galsy | 1 | Il loro duello è durato meno di un battito di ciglia: pronti, partenza… botto! Se la Formula 1 fosse un concerto rock, loro avrebbero sparato i fuochi d’artificio all’inizio dello show. |
Pagelle GP Arabia Saudita: Oscar Piastri altra vittoria e altro 10 in pagella
Ha guidato come un predatore in caccia: in ogni curva era come un animale selvaggio domato con grazia incontrollabile. Ha danzato sul circuito di Jeddah come un falco in picchiata, fermando i cronometri con una costanza che farebbe impallidire anche un orologio svizzero. Le sue traiettorie non erano semplici segni sull’asfalto, ma contorni di un’opera d’arte in movimento. Al termine della gara, è sceso dalla monoposto con la calma di chi ha appena finito una passeggiata nel parco, mentre gli ingegneri sembravano scienziati alla NASA che studiano un nuovo prototipo. Se Piastri continua a questo ritmo, le altre scuderie dovranno assumere uno sciamano per interpretare i segreti del suo piede destro.

Charles Leclerc: 8,5
Elegante come un pittore barocco al lavoro, ma con qualche macchia di colore fuori dal quadro: la sua Ferrari sussultava in uscita di curva come un destriero impaziente, ma il monegasco ha mostrato la mano ferma di un domatore di leoni. Ogni sorpasso era una pennellata controllata, ma ogni mini scivolata un piccolo ricordo della fragilità del mezzo. Ha conquistato il podio con la precisione di un orologiaio, alternando momenti di pura poesia a scatti di velocità quasi violenti.

Max Verstappen: 7
Il suo passo era da vero cecchino, preciso come un bisturi in mano a un chirurgo. Peccato però che la penalità di cinque secondi l’abbia appesantito come un salto in mare con l’armatura: impacciato e rallentato. Ha ingaggiato una battaglia epica con Piastri, usando frenate al limite della follia e staccate degne di un treno in corsa, ma la sanzione FIA l’ha costretto a guardarsi indietro più volte di quanto farebbe un ghiro in letargo. Alla fine, è arrivato secondo come un maratoneta che inciampa a due metri dal traguardo.

George Russell: 6,5
Ha condotto la Mercedes con la calma di un buddhista in meditazione: né flora né fauna potevano disturbarlo. È costante come le Alpi innevate in inverno, raccogliendo punti ma senza mai alzare la voce. La sua gara è stata un tè perfettamente infuso: sobrio, regolare e assai gradevole, ma senza quel colpetto di limone che fa esultare il palato.

Lando Norris: 6
Rimonta da applausi, come un ciclista che risale un muro impossibile a mani nude. È partito dall’ignominia di una qualifica da pantano, ma in gara ha dimostrato che l’anima di un campione si vede quando tutto sembra perduto. Ha spinto la McLaren al limite, strappando sorpassi con una determinazione che faceva pensare a un gattino affamato. Peccato che, nel finale, abbia perso il fiato come un palloncino che si sgonfia dopo la festa.

Carlos Sainz: 5
Partito come un fulmine, improvvisamente è scomparso come un ghiacciolo al sole. Dopo un primo stint scintillante, la sua Williams è parsa un vecchio proiettore che si inceppa durante la scena clou: spasmi di velocità alternati a noiose puntate in cui sembrava guidare un trattore senza freni.

Lewis Hamilton: 4
Mezzo secondo al giro più lento di Leclerc: un po’ come cercare di inseguire un ghepardo vestito di seta mentre tu sei in infradito. È scattato in partenza con la solita verve, ma la sua Ferrari sembrava un carretto in salita sui tornanti del Moncenisio. Ha sbattuto i denti nelle prime curve, poi ha cercato disperatamente di rimontare, regalando qualche duello coraggioso ma senza il guizzo finale. Se non interviene un miracolo tecnico, dovrà mettersi in fila dietro ai giovani rampanti.

Pierre Gasly & Yuki Tsunoda: 1/10
Il loro duello è durato meno di un battito di ciglia: pronti, partenza… botto! Se la Formula 1 fosse un concerto rock, loro avrebbero sparato i fuochi d’artificio all’inizio dello show, lasciando il pubblico in silenzio e a bocca aperta. Roaring wreckage e scintille ovunque, un incidente che ha riscritto il concetto stesso di collisione.