Il Circuito di Silverstone, dove è nata la Formula 1: velocità, storia e spettacolo nel cuore dell’Inghilterra
Silverstone è la culla della Formula 1: qui, nel 1950, si disputò la prima gara della massima espressione dell'automobilismo. Scopriamo tutti i segreti e i punti più iconici del tracciato.

Se c’è un circuito che incarna lo spirito originario della Formula 1, quello è senza dubbio Silverstone. Nato dalle piste di un ex aeroporto militare della RAF, il tracciato britannico è un monumento alla velocità e alla tradizione, incastonato tra le campagne del Northamptonshire. Ogni curva racconta una storia e ogni edizione del GP di Gran Bretagna regala emozioni, in un mix perfetto tra modernità e leggenda.
Il layout del Circuito di Silverstone: un flusso continuo di velocità e precisione
Con i suoi 5,891 km e 18 curve, Silverstone è uno dei circuiti più lunghi e impegnativi del calendario. È anche uno dei più veloci: oltre il 70% del giro si percorre a pieno gas, con medie sul giro superiori ai 240 km/h nelle configurazioni più spinte. Non è solo una pista, ma una sequenza coreografica di curve da brivido, dove l’equilibrio tra carico aerodinamico, stabilità ad alta velocità e precisione nei cambi di direzione è fondamentale.
Il layout attuale, aggiornato nel 2010 con l’introduzione del complesso Arena, conserva tratti iconici come Copse, Maggotts-Becketts-Chapel e Stowe – passaggi in cui il coraggio del pilota e la bontà del telaio fanno la differenza. Al contrario dei circuiti più “stop & go”, Silverstone è una pista da alto carico, dove la continuità di passo e la pulizia di guida premiano più del singolo attacco.

Affrontare Silverstone significa mettere alla prova l’intero pacchetto tecnico. L’asfalto, tra i più abrasivi del Mondiale, impone un’attenzione particolare alla gestione del degrado dei pneumatici, soprattutto in caso di alte temperature e vento variabile – due elementi comuni nel clima britannico. Le curve ad alta velocità sollecitano fortemente le spalle delle gomme anteriori, mentre i rapidi cambi di direzione stressano sospensioni e telaio.
Dal punto di vista dell’assetto, le monoposto devono essere configurate per generare massimo carico senza sacrificare troppo la velocità nei rettilinei. La stabilità in inserimento e il bilanciamento aerodinamico tra avantreno e retrotreno sono fondamentali, soprattutto nella sequenza Maggotts-Becketts, dove un solo errore compromette l’intero settore.
CARATTERISTICA | DESCRIZIONE | NOTE |
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Circuito | Silverstone | Uno dei tracciati più iconici e longevi della Formula 1; nato da un ex aeroporto RAF |
Località | Northamptonshire, Regno Unito | Situato tra le contee di Northamptonshire e Buckinghamshire |
Giri di gara | 52 | Distanza totale di gara leggermente superiore a 306 km |
Lunghezza del tracciato | 5,891 km | Uno dei circuiti più lunghi della stagione |
Distanza totale di gara | 306,198 km | Standard FIA per la distanza di gara |
Record sul giro | 1:27.097 – Max Verstappen (Red Bull, 2020) | |
Pole position 2024 | Charles Leclerc (Ferrari) – 1:25.604 | |
Vincitore gara 2024 | Max Verstappen (Red Bull) | |
Zone DRS | 2 | Tra Curva 5 e Curva 6 (Hangar Straight), e sul rettilineo principale |
Curva iconica | Copse | Da affrontare quasi in pieno, anche in qualifica con gomme morbide |
Caratteristiche principali | Curve ad alta velocità, grande carico, cambi di direzione rapidi | Circuito da massimo impegno fisico e tecnico per i piloti |
Tempo medio pit stop | Oltre 20 secondi | Una delle pit lane più lunghe del campionato, penalizzante per chi effettua più soste |
Prima edizione | 1950 – Primo GP nella storia della Formula 1 moderna | Vinto da Nino Farina su Alfa Romeo; presente nel calendario ininterrottamente dal 1987 |
Capacità | Oltre 150.000 spettatori nel weekend | Il pubblico britannico è tra i più calorosi e numerosi della stagione |
Edizioni memorabili (recenti) del GP di Gran Bretagna
2008 – La pioggia e il capolavoro di Hamilton
Con condizioni al limite e una pista completamente allagata, Lewis Hamilton vinse con oltre un minuto di vantaggio sul secondo, dando prova di un controllo sul bagnato degno dei grandi del passato.
2020 – Il trionfo su tre ruote
Sempre Hamilton, ma in versione eroica: l’anteriore sinistra esplode all’ultimo giro, ma il pilota inglese riesce comunque a tagliare il traguardo in testa, regalando un’immagine destinata alla storia.
2021 – Il contatto Hamilton-Verstappen
Una delle collisioni più discusse degli ultimi anni: alla Copse, al primo giro, Hamilton e Verstappen si toccano in piena velocità. L’olandese finisce a muro a oltre 250 km/h. Il britannico riceve una penalità, ma vince comunque la gara, accendendo la miccia della rivalità mondiale.
2024 – La pole a sorpresa e la rimonta Red Bull
In qualifica Charles Leclerc strappa una pole inaspettata sul bagnato, ma in gara Verstappen recupera dopo una partenza difficile e porta a casa una vittoria tattica, sfruttando alla perfezione una safety car a metà gara.