Budget cap F1: Aston Martin sanzionata, ma un team di vertice è ancora sotto inchiesta FIA
Entro il 31 marzo ogni team ha l’obbligo di presentare i propri conti alla Federazione, ma non tutti i dossier, a quanto pare, sono risultati impeccabili e più di un team potrebbe essere sanzionato.

Il tema del budget cap torna a far discutere il paddock di Formula 1. La FIA non ha ancora pubblicato i certificati di conformità relativi ai conti dei team, e nel frattempo emerge il primo caso ufficiale: la Aston Martin è stata sanzionata per una violazione di tipo procedurale. Un errore formale, legato a una firma mancante nei documenti, che non ha inciso sul rispetto dei limiti di spesa ma che è comunque costato al team britannico una multa. Sullo sfondo, però, resta l’ombra di un’indagine che coinvolgerebbe una squadra di vertice, segno che il capitolo budget cap è tutt’altro che chiuso.
Budget cap 2024, in attesa dei verdetti FIA
La Aston Martin è la prima a finire nel mirino. Non per aver sforato i limiti di spesa, ma per un dettaglio burocratico: una firma mancante nel fascicolo consegnato alla FIA, un’irregolarità puramente formale che, secondo la versione del team, sarebbe dipesa da circostanze indipendenti dal suo controllo. In altre parole, un errore di procedura che non ha intaccato la correttezza dei conti, ma che è bastato per far scattare una sanzione pecuniaria destinata a coprire i costi amministrativi aggiuntivi.
Un piccolo inciampo, dunque, in un sistema sempre più complesso e severo. Ma la vera notizia è un’altra: potrebbe esserci un team di vertice ancora sotto indagine. Si parla di verifiche ancora in corso su almeno un’altra squadra, il cui nome resta per ora top secret.
Interpellata, la FIA ha confermato che l’amministrazione del tetto di spesa sta completando la revisione delle richieste per il 2024 e che i risultati saranno resi pubblici una volta finalizzata la valutazione di tutte le squadre. Nessun commento, quindi, sui singoli casi, ma la sensazione è che dietro le quinte si stiano tirando le somme con estrema cautela.
Il tema, del resto, è delicatissimo. Basti ricordare il precedente del 2022, quando la Red Bull fu riconosciuta colpevole di una violazione minore del budget cap. Allora la punizione fu severa: 7 milioni di dollari di multa e una riduzione del 10% del tempo a disposizione in galleria del vento e nel CFD.



