F1 | Christian Horner dimesso dal ruolo di team principal di Red Bull
Una burrascosa notizia ha investito l'universo Red Bull Racing: Christian Horner è stato dimesso dal ruolo di team principal con effetto immediato, mentre Laurent Mekies lascia il ruolo di team principal di Racing Bulls poiché è stato promosso a CEO di Red Bull Racing.

Una pagina storica della Formula 1 si chiude bruscamente: Christian Horner lascia Red Bull Racing dopo vent’anni al timone. Una decisione che scuote il paddock e apre interrogativi sul futuro della squadra, che è stata tra le principali protagoniste in Formula 1 negli ultimi anni.
Horner lascia la Red Bull: finisce un’era lunga vent’anni
Christian Horner non è più il team principal della Red Bull Racing. L’annuncio, arrivato a sorpresa, sancisce l’interruzione immediata del rapporto con la scuderia di Milton Keynes, ponendo fine a una delle collaborazioni più longeve e vincenti della Formula 1 moderna.
Alla guida del team fin dal 2005, anno dell’ingresso della Red Bull nella massima serie, Horner ha incarnato l’identità della squadra per oltre due decenni. Con lui al comando, la scuderia ha conquistato sei titoli Costruttori e sette titoli Piloti, contribuendo a creare una delle dinastie più forti dell’epoca contemporanea. Tuttavia, nonostante un contratto che lo legava fino al 2030, la scelta di separarsi è stata presa con effetto immediato, lasciando la squadra orfana del suo storico leader.
Il 2025 si è rivelato un anno decisamente sotto le aspettative per la Red Bull. Dopo stagioni dominate quasi in solitaria da Max Verstappen, l’olandese ha chiuso il campionato con un distacco di 69 punti dal neo-campione Oscar Piastri, autore di un’annata eccezionale al volante della McLaren. Il confronto diretto con il rivale australiano ha messo in luce i limiti di una monoposto apparsa spesso poco competitiva su vari tracciati, soprattutto nella seconda metà di stagione.
Anche le scelte interne si sono rivelate inefficaci. Il tanto discusso scambio tra Liam Lawson e Yuki Tsunoda non ha portato i risultati sperati. Il giapponese ha attraversato uno dei periodi più bui della sua carriera, non riuscendo a conquistare punti in cinque gare consecutive, un record negativo che eguaglia quello stabilito da Mark Webber nel 2009, all’epoca pilota Red Bull.
La crisi tecnica e gestionale ha avuto un impatto evidente anche sulla classifica costruttori. Red Bull ha chiuso la stagione solamente al quarto posto, staccata di ben 288 punti dalla McLaren dominatrice. Un risultato impensabile fino a qualche mese fa, ma che certifica l’inizio di una nuova fase per la scuderia austriaca.
Cambiamenti anche in Racing Bulls
Le novità non si fermano al vertice della Red Bull: anche il team satellite Racing Bulls affronta un’importante ristrutturazione ai piani alti. Laurent Mekies, attualmente alla guida operativa della squadra, passerà immediatamente a ricoprire il ruolo di CEO in Red Bull Racing, prendendo di fatto parte attiva nella nuova era post-Horner.
A sostituirlo nel ruolo di team principal sarà Alan Permane, già Racing Director del team. Una promozione significativa per una figura esperta, con decenni di esperienza nel paddock, che ora avrà il compito di guidare la squadra di Faenza nella sua fase di consolidamento.
“È stato un privilegio assoluto guidare questo team con Peter nell’ultimo anno e mezzo”, ha commentato Mekies. “Contribuire alla nascita di Racing Bulls insieme a persone così talentuose è stata un’avventura straordinaria. Lo spirito della squadra è incredibile e credo fortemente che questo sia solo l’inizio. Alan è la persona perfetta per raccogliere il testimone: conosce il team in ogni dettaglio ed è sempre stato un pilastro dei nostri primi successi”.
Soddisfatto anche Permane, che ha dichiarato: “Mi sento onorato di assumere il ruolo di Team Principal e ringrazio Oliver e Helmut per la fiducia. Non vedo l’ora di lavorare con Peter per portare avanti l’ottimo lavoro svolto da lui e da Laurent. È una nuova sfida per me, ma so di poter contare sul supporto di tutta la squadra”.
Una transizione che si inserisce in un momento turbolento per l’universo Red Bull, chiamato ora a ridefinire le proprie fondamenta tecniche e dirigenziali per ritrovare lo smalto perduto.