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Silverstone, Ferrari: Leclerc in crisi, ma l’aggressività e velocità di Hamilton indicano la via

Cosa ci ha raccontato il GP di Gran Bretagna della Scuderia Ferrari? Che l'esperienza fa la differenza e la lettura di una gara è essenziale per un team. Di seguito le parole degli alfieri della Rossa Lewis Hamilton e Charles Leclerc.

La Ferrari esce da Silverstone con un bilancio che racconta due storie molto diverse. Da un lato Charles Leclerc affronta uno dei fine settimana più difficili della sua carriera, finendo fuori dai punti dopo una strategia sbagliata e un passo inesistente. Dall’altro, Lewis Hamilton sfiora il podio nel GP di casa, mostrando segnali incoraggianti ma anche consapevolezza dei limiti attuali della SF-25. Due approcci diversi, due risultati opposti, ma una stessa necessità: capire dove intervenire per far tornare la Rossa realmente competitiva.

Hamilton a Silverstone: la luce in fondo al tunnel (rosso)

Mentre Silverstone ha lasciato la Ferrari con più di un grattacapo, c’è un aspetto che merita un applauso scrosciante: la prestazione maiuscola di Lewis Hamilton che ha dimostrato una grande aggressività. In un weekend dove Charles Leclerc ha palesato difficoltà evidenti, il sette volte campione del mondo ha sfiorato il podio, non solo raccogliendo punti preziosi, ma soprattutto fornendo indicazioni cruciali per il futuro della SF-25.

Hamilton non si è limitato a guidare con la sua solita maestria, ma ha dimostrato una capacità di adattamento e un’aggressività encomiabili. Nonostante le criticità di una vettura descritta come “la più difficile che abbia guidato a Silverstone” per la sua instabilità, Lewis è riuscito a tenere un passo impressionante. La sua abilità nel gestire una monoposto così complessa, pur ammettendo i limiti e le difficoltà nel trovare il bilanciamento, è una testimonianza della sua immensa esperienza e del suo talento innato.

Il fatto che Hamilton abbia perso il podio solo per un’uscita di pista in un momento cruciale del passaggio alle slick, dimostra quanto fosse al limite e determinato a spingere. Ma oltre al risultato immediato, ciò che colpisce è la sua lucidità nell’analizzare la vettura. Le sue parole – “Questo weekend mi ha dato tante indicazioni su cosa non voglio nella vettura del 2026” – sono un faro per Maranello. Hamilton non è solo un pilota velocissimo, ma un vero e proprio ingegnere in pista, capace di tradurre le sensazioni in dati utili per lo sviluppo.

In un weekend difficile, la sua performance non è stata solo un raggio di sole, ma un vero e proprio segnale di speranza. Hamilton ha mostrato alla Ferrari la via da seguire, non solo con la velocità, ma con la consapevolezza dei limiti e la direzione tecnica da intraprendere. Un approccio da vero leader, che lascia ben sperare per il futuro della Scuderia.

“Credo che anche a livello di strategia abbiamo perso diverse posizioni, però ho recuperato dei buoni punti. Ora pensiamo a Spa, sperando in qualcosa di migliore”, ha commentato. Il momento decisivo si è consumato durante il passaggio alle slick, quando un’uscita larga in una zona ancora umida gli ha fatto perdere secondi preziosi, permettendo a Nico Hülkenberg di consolidare il terzo posto. Ma, più che il risultato, per Hamilton il vero guadagno è stato capire dove intervenire sulla SF-25 in vista del futuro.

“In prove libere ero competitivo e anche in qualifica mi sentivo meglio con la direzione di assetto scelta. Questo weekend mi ha dato tante indicazioni su cosa non voglio nella vettura del 2026”, ha detto. Hamilton non ha però nascosto le criticità della Ferrari, che continua a mettere in difficoltà entrambi i piloti in situazioni miste e nei tratti più tecnici.

“È la macchina più difficile che abbia guidato a Silverstone. Non abbiamo stabilità: in ogni curva si muove, nelle lente non gira, e trovare il bilanciamento è complicatissimo, anche lavorando sui manettini”. Il fine settimana di Silverstone lascia dunque Maranello con più dubbi che certezze. Se da un lato Hamilton ha confermato progressi e ha raccolto indicazioni utili per lo sviluppo, dall’altro Leclerc ha vissuto un crollo tecnico e psicologico che impone una riflessione profonda. Il GP del Belgio, tra due settimane, sarà già un banco di prova fondamentale. Per capire se la Rossa può rialzare la testa e con quale direzione tecnica.

La Ferrari a Silverstone: una prestazione che fa riflettere

La domenica inglese di Charles Leclerc è cominciata con un azzardo e si è conclusa con una delle peggiori prestazioni della sua carriera da quando è in Ferrari. Scattato dalla sesta posizione, il monegasco ha scelto di montare gomme slick prima del via, scommettendo su un rapido asciugarsi della pista. Una mossa che si è rivelata fallimentare.

“I primi due settori erano abbastanza asciutti, il terzo molto bagnato. Ho pensato che il sole avrebbe aiutato, ma non è stato così. È stata una scelta sbagliata”, ha ammesso. Da lì in avanti, una discesa continua: il ritmo non c’era, la fiducia nemmeno. “Non avevo passo. Anche girando un secondo più lento degli altri facevo errori continui. È stata probabilmente una delle peggiori gare della mia carriera. Ho rischiato più volte di finire a muro”, ha proseguito.

Leclerc ha poi spiegato di aver adottato, da qualche gara, un assetto più aggressivo per cercare prestazioni in condizioni di asciutto, ma che si è rivelato ingestibile a Silverstone. “Pensavo potesse funzionare meglio sul bagnato, ma penso di aver avuto la mia risposta”, ha detto con amarezza.
“Devo analizzare tutto: la guida, il setup, l’uso degli strumenti. Oggi è successo qualcosa di grosso”.

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