F1 Piloti italiani in pole position | Un ponte di 16 anni tra Fisichella e Antonelli

A Miami, Andrea Kimi Antonelli ha messo la sua firma su un momento che l’Italia aspettava da troppo tempo: una pole position in Formula 1, nella qualifica Sprint, in una notte che ha il sapore del riscatto e della promessa. Un giro perfetto che riporta alla mente un’altra impresa, lontana nel tempo ma viva nel ricordo: quella di Giancarlo Fisichella a Spa nel 2009, ultimo italiano a conquistare una vera pole position in F1. Da quella magia tra le curve delle Ardenne al lampo sotto le luci della Florida, il motorsport tricolore riscopre una scintilla che potrebbe diventare fuoco.

Antonelli illumina Miami: l’ultimo dei piloti italiani in pole position in F1

Certe volte, la Formula 1 sa essere poesia. E le Qualifiche Sprint del GP di Miami hanno raccontato una storia azzurra che sembrava ormai dimenticata. Tra i muretti di un circuito cittadino carico di tensione, Andrea Kimi Antonelli ha messo tutti in fila, conquistando la pole position nella qualifica Sprint. Una manciata di minuti, un giro perfetto, un giovane di appena diciott’anni che si prende la scena. E con lui, un intero Paese che torna a sognare.

Certo, si tratta di una Sprint Qualifying, non della classica qualifica del sabato pomeriggio che decide la griglia del Gran Premio. Ma per il motorsport italiano ha il peso di un macigno che si sposta dopo anni di silenzio. Perché, prima di Kimi, l’ultimo italiano a partire davanti a tutti in Formula 1 fu Giancarlo Fisichella. E la sua storia, ancora oggi, ha il sapore di una fiaba.

Tra la nebbia delle Ardenne e l’asfalto che non perdona, Fisico firmò la pole con una Force India che fino a quel giorno sembrava destinata a riscaldare le posizioni basse del gruppo. Un lampo tricolore nella culla della velocità, un 1’46″308 che gelò il paddock e accese gli occhi dei tifosi. Fu l’ultima volta che un italiano guardò tutti dall’alto in qualifica. L’ultima, prima di un lungo digiuno.

Sedici anni. Un’intera generazione è cresciuta senza vedere un connazionale in cima al tabellone. Finché, a Miami, è arrivato lui. Andrea Kimi Antonelli. Il bolognese non ha bisogno di proclami: parla con i tempi, graffia con i numeri. Nel momento decisivo, ha stretto il volante con mani ferme e cuore caldo, trovando un giro che ha fatto risuonare l’Inno di Mameli nel cuore degli appassionati.

Fisichella a Spa era stato il veterano che risaliva la montagna. Antonelli a Miami è il giovane che la scala per la prima volta. Due storie diverse, unite da un filo invisibile fatto di talento, emozione, tricolore. Oggi come allora, la Formula 1 parla italiano, anche solo per un attimo. Ma in quell’attimo, c’è tutto.

E se Spa fu l’ultima luce prima del buio, Miami potrebbe essere l’alba. L’alba di un ragazzo cresciuto nell’ombra dei giganti, pronto a diventare il nuovo simbolo di un Paese che non ha mai smesso di amare la velocità.

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