F1 | Chi è Nico Hulkenberg, pilota a podio dopo 239 GP
Nico Hulkenberg incarna alla perfezione il significato della parola resilienza: un pilota che non si è mai arreso ed ha continuato a lavorare sodo anche nei momenti più difficili della sua carriera.

Certe storie nel motorsport sembrano destinate a rimanere incompiute. Per anni, Nico Hülkenberg è stato etichettato come il “miglior pilota senza podio” della Formula 1. Un talento cristallino, una costanza ammirevole, ma mai – fino a Silverstone 2025 – premiato con uno dei tre gradini più ambiti. Eppure, dopo 239 Gran Premi, il tedesco ha finalmente spezzato il sortilegio, tagliando il traguardo in terza posizione nel GP di Gran Bretagna e salendo per la prima volta sul podio. Un risultato storico, non solo per lui, ma anche per la Sauber, che non vi riusciva dal 2012.
Nico Hulkenberg: carriera del pilota Sauber dalle corse junior alla Formula 1
Il cammino di Nico Hülkenberg verso la Formula 1 è stato quello di un predestinato. Fin dai primi anni nel karting, dove iniziò a correre a soli dieci anni, il giovane tedesco mise in mostra qualità fuori dal comune: velocità naturale, precisione e una sorprendente maturità alla guida. Nel 2002 e 2003 vinse i titoli nazionali di kart in Germania, diventando uno dei talenti più seguiti dell’ambiente.
Il passaggio alle monoposto fu immediatamente fruttuoso. Nel 2005 Hülkenberg vinse il campionato tedesco di Formula BMW al debutto e si impose anche nella finale mondiale, mostrando una mentalità vincente fin da giovanissimo. L’anno successivo, con la chiamata nel campionato A1 Grand Prix, divenne il protagonista assoluto, trascinando la Germania al titolo con nove vittorie in una sola stagione. Una prestazione dominante, che attirò l’interesse del paddock di Formula 1.
Negli anni seguenti proseguì la scalata: dopo il passaggio alla F3 Euro Series con il team ASM (lo stesso con cui avevano corso Lewis Hamilton e Paul Di Resta), Hülkenberg si laureò campione nel 2008. L’anno dopo approdò in GP2, dove ancora una volta centrò l’obiettivo al primo tentativo: vinse il titolo nel 2009 con il team ART, battendo avversari esperti ed eguagliando Hamilton tra i campioni al debutto nella categoria.
Questa lunga scia di successi lo portò inevitabilmente in Formula 1, dove la Williams lo ingaggiò come collaudatore prima e pilota titolare nel 2010. Fin dalle prime uscite fu chiaro che si trattava di un pilota completo, con le carte in regola per lasciare il segno nella massima serie. La pole position conquistata sotto la pioggia in Brasile nel 2010 fu un segnale fortissimo. Ma, come avrebbe scoperto negli anni a venire, il talento non è sempre sufficiente per ottenere i riconoscimenti che si merita.
Dopo l’esperienza con la Williams, Hülkenberg ha vissuto una carriera lunga e articolata, segnando punti con ogni squadra con cui ha corso. Tra Force India, Sauber, Renault, Racing Point, Aston Martin, Haas e ora Sauber (futura Audi), il tedesco è stato spesso considerato un pilota affidabile, veloce, ma sottovalutato.
Nel corso degli anni ha spesso sfiorato il podio e guadagnato la reputazione di “mister consistenza”, pur senza mai salire sul podio fino al Gran Premio di Gran Bretagna 2025, quando ha finalmente colto un terzo posto storico, il primo della sua carriera e il primo per il team elvetico dal 2012. Un traguardo che è arrivato dopo ben 239 Gran Premi, stabilendo così un nuovo record per il maggior numero di gare disputate prima di ottenere un piazzamento nei primi tre.
Un podio che non ha solo spezzato una maledizione personale, ma ha anche riacceso l’entusiasmo di una squadra che si prepara a diventare ufficialmente Audi nel 2026. Dopo vent’anni di carriera ai massimi livelli, Nico ha dimostrato che la perseveranza, più del talento, può davvero fare la differenza nel motorsport moderno.
La parentesi di Le Mans
Sebbene i top team non gli abbiano mai dato una reale chance, Hülkenberg si è sempre distinto per costanza, visione di gara e capacità di adattamento. Memorabile anche la sua vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2015 con Porsche, impresa che testimonia la sua versatilità come pilota.
In Formula 1, invece, ha sempre dovuto fare i conti con monoposto poco competitive o sfortunate coincidenze. In più di un’occasione, la possibilità del podio gli è sfuggita per una strategia sbagliata, un contatto o una bandiera gialla nel momento meno opportuno.
STAGIONE | CATEGORIA | TEAM | GARE | PODI |
---|---|---|---|---|
2025 | Formula 1 | Kick Sauber (diventerà Audi 2026) | 12 | 1 |
2024 | Formula 1 | Haas | 24 | 0 |
2023 | Formula 1 | Haas | 22 | 0 |
2022 | Formula 1 | Aston Martin | 2 | 0 |
2020 | Formula 1 | Racing Point | 2 | 0 |
2019 | Formula 1 | Renault | 21 | 0 |
2018 | Formula 1 | Renault | 21 | 0 |
2017 | Formula 1 | Renault | 20 | 0 |
2016 | Formula 1 | Force India | 21 | 0 |
2015 | Campionato del mondo endurance – LMP1 | Porsche Team | 2 | 1 |
2015 | Formula 1 | Force India | 18 | 0 |
2014 | Formula 1 | Force India | 19 | 0 |
2013 | Formula 1 | Sauber | 18 | 0 |
2012 | Formula 1 | Force India | 20 | 0 |
2011 | Formula 1 | Force India | Terzo pilota | – |
2010 | Formula 1 | Williams F1 | 19 | 0 |
2009 | GP2 Series | ART Grand Prix | 20 | 5 |
2008-2009 | GP2 Asia Series | ART Grand Prix | 4 | 2 |
2008 | F3 Euro Series | ART Grand Prix | 20 | 8 |
2007 | F3 Euro Series | Team ASM Formule 3 | 20 | 8 |
2006-2007 | A1 Grand Prix | A1 Team Germany | 20 | 13 |
2006 | V de V Proto Challenge | Griffith’s | 2 | 1 |
2006 | Formula 3 tedesca | Josef Kaufmann Racing | 18 | 6 |
2005 | Formula BMW ADAC | Josef Kaufmann Racing | 20 | 14 |