FORMULA 1

Circuito Hungaroring: la “Montecarlo senza muri”, tutto sulla pista del GP F1 d’Ungheria

Tutto ciò che c'è da sapere sul tracciato dell'Hungaroring, sede del GP di Ungheria a Budapest.

L’Hungaroring, casa del Gran Premio d’Ungheria, è uno dei circuiti più tecnici e impegnativi dell’intero campionato di Formula 1. Situato a pochi chilometri da Budapest, rappresenta una delle tappe più storiche e costanti del calendario dal suo debutto nel 1986. Incastonato tra le colline magiare, è soprannominato la “Monte Carlo senza i muretti” per via del suo tracciato stretto, tortuoso e ricco di curve che mettono alla prova sia i piloti che le monoposto.

Il layout dell’Hungaroring: circuito dove i sorpassi sono quasi impossibili

Lungo 4,381 km, l’Hungaroring è uno dei circuiti più corti del campionato, ma anche uno dei più tecnici. Le 14 curve, molte delle quali lente e a medio raggio, si susseguono in rapida sequenza, con pochissimi rettilinei dove prendere fiato. Questo rende il sorpasso estremamente difficile, motivo per cui le qualifiche diventano spesso decisive per il risultato finale della gara.

La pista ungherese richiede alto carico aerodinamico, simile a quanto visto a Monaco o Singapore, poiché le velocità medie sono basse e la trazione in uscita di curva è fondamentale. Il circuito non perdona errori: ogni curva va affrontata con estrema precisione e fluidità. Il più piccolo bloccaggio può costare decimi preziosi, difficili da recuperare in gara. Il ritmo costante e l’assenza di lunghi rettilinei mettono in crisi anche l’impianto frenante e le gomme, sottoposte a sforzi continui.

Layout circuito Hungaroring dove si corre il GP F1 D'Ungheria
Layout circuito Hungaroring dove si corre il GP F1 d’Ungheria

Sebbene l’Hungaroring sia relativamente piatto e con poche variazioni altimetriche, il caldo torrido di luglio, unito alla mancanza di raffreddamento naturale data dalla scarsità di rettilinei, stressa le power unit, i freni e soprattutto i piloti, che spesso affrontano la gara con temperature in abitacolo superiori ai 50°C. È una gara di resistenza mentale e fisica, dove la concentrazione è fondamentale dal primo all’ultimo giro.

Dal punto di vista strategico, l’Hungaroring offre pochi margini di manovra. Il degrado gomma è elevato, ma l’undercut è estremamente potente. Di conseguenza, la strategia ai box gioca un ruolo cruciale, e ogni secondo guadagnato in pista può fare la differenza contro l’aria sporca dei rivali.

Il principale punto di sorpasso è alla Curva 1, una secca staccata a destra in fondo al rettilineo principale, dove i piloti arrivano a oltre 310 km/h. Tuttavia, anche la Curva 2, in uscita, può offrire opportunità se si esce bene dalla prima. Il tratto tra Curva 4 e Curva 11 è il più tecnico e guidato, una vera danza tra cordoli che premia il carico aerodinamico e il bilanciamento della vettura. L’Hungaroring è soprannominato “Montecarlo senza muri”. Questo soprannome deriva dal fatto che, nonostante la sua natura tortuosa e lenta, simile a Monaco, l’Hungaroring non presenta le barriere che caratterizzano il circuito cittadino monegasco. 

Dati tecnici Circuito dell’Hungaroring (GP d’Ungheria F1)

CaratteristicaDescrizione
Lunghezza del tracciato4,381 km
Giri di gara70
Distanza di gara306,630 km
Numero di curve14 (8 a destra, 6 a sinistra)
Zone DRS2 (rettilineo principale e tra curva 1 e curva 2)
Curva iconicaCurva 1
Tempo medio pit stopCirca 21-22 secondi
Prima edizione1986 (vittoria di Nelson Piquet)
Ultimo vincitore (2024)Max Verstappen (Red Bull Racing-Honda RBPT)
Pole position 2024Lando Norris – 1:16.042
Record sul giro1:16.627 – Lewis Hamilton (2020, Mercedes)
Condizioni meteo tipicheCaldo torrido, pista molto polverosa nei primi giri
Dati tecnici Circuito dell’Hungaroring

Hungaroring: GP d’Ungheria che hanno scritto la storia

1989: Senna vs. Prost, duello tra titani

In una delle edizioni più tattiche, Ayrton Senna riuscì a tenere dietro Alain Prost per tutta la gara nonostante un ritmo inferiore. Con traiettorie perfette e un’auto meno competitiva, il brasiliano si impose in uno dei duelli mentali più tesi tra i due ex compagni di squadra.

1997: Damon Hill sfiora l’impresa con l’Arrows

Un momento clamoroso. Damon Hill, campione del mondo uscente ma ormai su una modesta Arrows, dominò gran parte della gara grazie a una strategia perfetta e condizioni ideali per la sua vettura. Solo un problema idraulico all’ultimo giro lo relegò al secondo posto, superato da Jacques Villeneuve. Ma l’impresa rimane nella memoria collettiva.

2006: La prima vittoria di Jenson Button

In una gara bagnata e caotica, Jenson Button ottenne la sua prima vittoria in carriera con la Honda. Partito 14°, sfruttò al meglio le condizioni mutevoli per scalare il gruppo. È stato il primo successo inglese in F1 dopo diversi anni e un anticipo della classe pura di Button.

2021: Ocon trionfa tra il caos

Dopo un primo giro caotico sotto la pioggia e con molti big fuori, Esteban Ocon riuscì a cogliere la sua prima vittoria in carriera, resistendo con sangue freddo alla pressione di Sebastian Vettel. Cruciale anche l’aiuto di Fernando Alonso, che rallentò Hamilton abbastanza da impedire la rimonta Mercedes.

Ordine d’arrivo ultime quattro edizioni del GP del Belgio

StagioneOrdine d’arrivo
20241) Max Verstappen – Red Bull Racing
2) Lando Norris – McLaren
3) Lewis Hamilton – Mercedes
20231) Max Verstappen – Red Bull Racing
2) Lando Norris – McLaren
3) Sergio Perez – Red Bull
20221) Max Verstappen – Red Bull Racing
2) Lewis Hamilton – Mercedes
3) George Russell – Mercedes
20211) Esteban Ocon – Alpine
2) Lewis Hamilton – Mercedes
3) Carlos Sainz – Ferrari
Ordine d’arrivo ultime quattro edizioni del GP del Belgio

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